Come nasce il mio libro

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Scrivo da quando ho 7 anni, da quando ho iniziato a sentire questo strano bisogno di scrivere, di catturare la bellezza e fatica della vita. Da quel momento non ho mai smesso ma mi ci è voluto un po’ per pubblicare la mia prima raccolta, uscita proprio a gennaio 2021, intitolata “Scalzi davanti a un caffè” edita dal Edizioni Albatros. Ho pubblicato solo quando mi sentivo pronta. Solo quando, dentro di me, diventava chiaro il desiderio di “sposare” le mie poesie e renderle concrete. Questo è successo nella prima fase di Covid-19, dove siamo stati costretti a guardarci dentro e fare i conti con il silenzio che tutto d’un tratto è entrato nelle nostre vite. In quelle settimane si è mosso qualcosa e in me era fatta.

Penso umilmente che la poesia sia una forma d’arte pura, in grado di catturare l’incatturabile, che dona al lettore e allo scrittore la possibilità di “scavare dentro di sé”, come direbbe Rilke. La poesia è la forma espressiva che mi è stata data, ma sono sicura che tutta l’arte abbia l’immensa capacità di metterci davanti alla vita, alla realtà e ai suoi dettagli. 

Desidero che il lettore colga il mio bisogno di “appartenenza”, di sentirmi a casa, in pace con me stessa. Questo è anche un rischio perché ovviamente mi sto mettendo a nudo davanti a lettori amici e sconosciuti. Desidero che si colga il mio bisogno di trasparenza nei confronti miei e del mondo e che chi mi legge sia invogliato a vivere nello stesso modo e con la stessa intensità. Penso che una delle cose difficili del pubblicare o farsi leggere è proprio il fatto di consegnare inevitabilmente una parte di sé a chi si ha davanti. Nelle mie poesie penso che emerga veramente tutto di me. Le mie gioie e passioni ma anche le mie paure, i miei problemi ad affrontare determinate cose. Spero però che anche le mie fatiche, con le quali ho fatto e continuo a fare i conti, vengano accettate dal lettore e quasi rese proprie. Penso di avere tanto in comune con il resto dell’umanità e auguro a tutti di meravigliarsi per delle cose banali e quotidiane come un fiore, una tazza di caffè abbandonata sul lavandino, un profumo che ti ricorda una persona. 

Nell’incipit del libro ho deciso di immortalare il seguente verso di Pier Paolo Pasolini in “Le Ceneri di Gramsci”:  “Solo l’amare, solo il conoscere / conta, non l’aver amato, / non l’aver conosciuto”. Questo verso rappresenta il mio desiderio di essere presente a me stessa, di vivere tutto ciò che ho da vivere, non facendomi fermare da quello che ho amato o conosciuto in passato, ma anzi guardandolo come una parte di me e abbracciando quello che amo e conosco adesso. 

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