“Still I rise” di Maya Angelou
Nota e traduzione di Marta Bardazzi
“Still I Rise” (Ancora mi rialzo)
di Maya Angelou
Mi potresti scrivere nella storia
con le tue bugie amare, rigirate.
Mi potresti calpestare nel fango
ma io, come polvere, ancora mi rialzerò.
La mia insolenza ti turba?
Perché sei irto di tristezza?
perché cammino come avessi pozzi di petrolio
che pulsano nel mio salotto.
Come la luna e il sole
con la certezza delle onde
come le speranze che si rialzano,
io ancora mi rialzerò.
Volevi vedermi distrutta?
capo chino e occhi bassi?
spalle pendenti come lacrime,
appesantite dai miei pianti sentimentali?
La mia superbia ti offende?
non te la prendere troppo,
perché io rido come avessi mine d’oro
scavate nel mio giardino.
Puoi spararmi con le tue parole,
puoi tagliarmi coi tuoi occhi,
puoi uccidermi col tuo odio
ma io ancora, come aria, mi rialzerò.
La mia sensualità ti dispiace?
ti sorprende forse che io ballo
come fossi coperta di diamanti
all’inizio dei miei fianchi?
Fuori dalle capanne dell’imbarazzo della storia
mi rialzo.
Sopra il passato che si radica nel dolore
io mi rialzo.
Sono un oceano nero, che salta ed è largo.
Crescendo e aumentando, io mi reco nella marea.
Tralasciando notti di terrore e paura
mi rialzo.
Ritrovandomi in un’alba meravigliosamente chiara
mi rialzo.
Portando doni che mi furono lasciati dagli antenati,
io sono sogno e speranza degli schiavi.
Io mi rialzo
Mi rialzo,
mi rialzo.
Marguerite Annie Johnson (conosciuta come Maya Angelou) è nata a St.Louis, Missouri negli Stati Uniti nel 1928 da una famiglia Afro-Americana.
E’ difficile scegliere una sola delle poesie di Maya. Ciascuna poesia ha una sua storia e una sua verità. Leggerla è come tornare indietro di due secoli e risentire i canti degli schiavi nei campi. Quei canti "spiritual" che tenevano desto il cuore e unito un popolo che soffriva insieme. Maya scrive specialmente della risposta individuale dell'uomo all'oppressione, all'ingiustizia, alla perdita di senso. Per lei, scrivere era dare voce alla vita e alla brama di libertà che vedeva in sé e nella sua comunità. Ricordiamoci che quando lei parla di se stessa, parla per il suo popolo. Lei, con la sua voce da afro-americana e con la forza di una donna col cuore straripante di speranza, è stata un punto fisso per Martin Luther King e per tantissimi afro-americani del XX secolo.
Afferma in un intervista del 1989: "Niente mi spaventa tanto come lo scrivere, ma niente mi soddisfa di più. E' come un nuotatore nel Canale Inglese: affronti la corrente e le onde e il freddo e l'unto, e finalmente....raggiungi l'altra riva, e metti il tuo piede sulla sponda - Aaah!!"